Il 18 gennaio, il Grand Orient de Suisse e la Loggia Fidélité & Liberté di Ginevra hanno accolto l’Imam Hassen Chalghoumi, Presidente della Conferenza degli Imam di Francia. Il tema era la fraternità e il dialogo interreligioso.
L’Imam di Drancy vive in esilio interno, lontano dalla sua famiglia che si è trasferita all’altro capo del mondo per motivi di sicurezza. Questo è il prezzo che deve pagare per la sua lotta contro l’islamismo e il suo corollario, l’intolleranza. La sua voce è morbida e ferma mentre cita un detto arabo: “Se non è un fratello nella tua religione, è un fratello nella tua umanità”. Il quadro è definito. In primo luogo, questo chierico vuole combattere le idee preconcette, sottolineando che l’islamismo è una lettura rigida dell’Islam a cui si aggiungono tradizioni locali prive di qualsiasi fondamento religioso, e che non rappresenta in alcun modo la stragrande maggioranza dei fedeli di tutto il mondo. Attualmente, possiamo constatare che questo fenomeno è in crescita in Europa, mentre è in calo nel mondo arabo. I nostri Paesi hanno permesso che ciò accadesse e non hanno preso le misure del fenomeno. La stessa Svizzera ha predicatori e rappresentanti dei Fratelli Musulmani sul suo territorio. Purtroppo, tutto questo non può rimanere senza effetti.
Il fondamentalismo risuona e si alimenta soprattutto della causa palestinese da un lato e del desiderio di schiavizzare le donne dall’altro. Come possiamo vedere, il numero di atti razzisti e antisemiti è correlato agli eventi politici attuali. Per quanto riguarda il velo, che dovrebbe proteggere le donne, è obbligatorio o no nell’Islam? L’imam mette da parte questa falsa questione con un colpo di spugna: “La religione non lo impone, e la migliore protezione per le donne musulmane non è il foulard che copre la testa, ma le qualifiche che permettono loro di liberarsi e superare tutti gli ostacoli della vita”. Per quanto riguarda la situazione in Palestina, egli spera, come tutti noi, che questa tragedia finisca presto, e offre una visione sfumata, senza pregiudizi se non quello dell’umanità.
Un’opportunità: il secolarismo
Di fronte all’indifferenza per l’ascesa dell’islamismo e dell’estrema destra in Francia, Chalghoumi avverte: “Soprattutto, non dobbiamo restare inerti. Hitler ha iniziato con le parole e tutti conosciamo la terribile tragedia del genocidio ebraico”. Ma aggiunge che la parola deve rimanere libera, ma etica. E che la laicità è un’opportunità per i musulmani, con ognuno libero di praticare o meno la propria religione.
L’Imam di Drancy deplora il clima di antisemitismo in Francia. I francesi di fede ebraica vivono nella paura nei loro quartieri e alcuni hanno persino rimosso i loro nomi dalle cassette delle lettere per paura di rappresaglie. Denuncia la predicazione incendiaria del venerdì, giorno della preghiera settimanale, che incita all’odio in alcune moschee francesi. Chiede chiarezza e fermezza. Cita di sfuggita il caso dei mujahidin digitali che dilagano sui social network francesi. La loro missione: separare per sempre la comunità musulmana da quella ebraica.
Non dispera di poter costruire ponti tra le due comunità. I risultati non sono sempre evidenti, ma questo muratore senza grembiule continua a tagliare la sua pietra per dare il suo contributo alla cattedrale della tolleranza.
L’incontro non ha lasciato nessuno indifferente. Il Maestro Venerabile della Loggia Fidélité et Liberté e il Gran Maestro del Grande Oriente di Svizzera, Christophe Ravel, hanno concluso esprimendo il loro orgoglio per aver accolto questo uomo di pace. “Ecco un uomo che avrebbe senza dubbio un posto tra di noi. Il suo impegno nel difendere i nostri valori comuni di Libertà, Uguaglianza e Fraternità va ben oltre le semplici parole che siamo abituati a usare. Questa serata rimarrà un momento speciale nella storia della nostra Obbedienza, da segnare con una pietra levigata, che ci permetterà di illuminare i nostri percorsi di riflessione per molto tempo a venire”.