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Grande Orient
Della Svizzera

Saggezza, forza, bellezza

Insieme per il progresso dell’umanità

Spesso ci chiediamo quale sia il senso di questi grandi eventi massonici, e non solo le menti più infelici, ma tutti noi. Una volta o l’altra, ci chiediamo legittimamente: che senso ha andare al CLIPSAS?

Sta a chi vi partecipa saper riportare questo egregore internazionale a voi, a farvi sentire inclusi.

In fondo, ci andiamo per poter tornare dopo a testimoniare che sì, la Massoneria è universale, e dovrebbe esserlo, per quanto possibile, se crede veramente negli ideali a cui aderiamo giorno dopo giorno.

Ci scambiamo esperienze e idee, ampliando i nostri orizzonti e il campo delle possibilità ascoltando ciò che gli altri fanno, inevitabilmente a volte meglio di noi.

Quest’anno a Istanbul sono presenti 47 obbedienze, con delegazioni che vanno da due a più di una dozzina di fratelli e sorelle. 16 obbedienze hanno dato una delega. Il GOS è rappresentato dal Gran Maestro Christophe Ravel, accompagnato dal Gran Segretario dell’Obbedienza, e rappresenterà anche il Grande Oriente di Romania, che ha conferito una delega.

Lo scopo principale del CLIPSAS è quello di fungere da centro di collegamento tra le obbedienze. In quanto obbedienza fondatrice, facciamo parte del comitato dei saggi ai sensi dell’articolo 15 del regolamento del CLIPSAS. L’ordine del giorno prevedeva la votazione per la modifica di questo articolo. Diverse obbedienze fondatrici, affiancate da molte altre obbedienze, hanno ottenuto il rinvio di questa votazione, che non era stata oggetto di un dibattito preventivo, e la creazione di una commissione per proporre una nuova formula per il Comitato dei Saggi, l’attuale formula effettivamente priva di rappresentatività.

Questo per quanto riguarda un aspetto formale dell’organizzazione dei rapporti tra le obbedienze.

Ma al di là di questi aspetti formali insiti in ogni Assemblea Generale, e di alcuni inevitabili incontri e scontri di egoismi, vengono discussi anche progetti più concreti, ai quali partecipano CLIPSAS o le obbedienze che la compongono.

L’Osservatorio per la Dignità Umana è venuto a presentare le conclusioni del suo sondaggio annuale, con risultati a volte inaspettati o controintuitivi, che ci ricordano il lavoro che resta da fare, ma anche quanto sia importante per noi rimanere vigili e quanto il mondo che ci circonda e di cui facciamo parte abbia bisogno di tutta la buona volontà e l’impegno che possiamo raccogliere, e quanto sia necessario il nostro lavoro, abito dopo abito.

Un fratello del GOS, così come altri fratelli e sorelle svizzeri, sono già rappresentanti del CLIPSAS presso l’ECOSOC di Ginevra. In quanto tali, hanno accesso alle riunioni dell’ECOSOC presso la sede delle Nazioni Unite a Ginevra.

Il CLIPSAS sta inoltre lavorando per presentare nuovi progetti all’ECOSOC, nella speranza di ottenere il suo sostegno. Tra questi, progetti di approvvigionamento idrico in diversi Paesi africani e un progetto pilota per la creazione di edifici comunitari per migliorare la resilienza e la qualità della vita delle comunità isolate in Argentina, un progetto che potrebbe essere replicato in altre parti del mondo.

I due rappresentanti del GOS hanno finito per unirsi al team che stava preparando la presentazione all’ECOSOC. Dopo lunghe discussioni, la partecipazione del CLIPSAS come consulente a tali progetti, attraverso le sue obbedienze, ci è sembrata sensata: le obbedienze sono radicate nella società in molte parti del mondo: ognuna di esse conosce il proprio territorio e può aiutare di conseguenza, fungendo da tramite.

Naturalmente, come in ogni grande raduno, molto accade dietro le quinte. Si stringono amicizie, si chiariscono malintesi, si firmano trattati o si lavora quando, come nel nostro caso, la nostra operazione prevede un processo che non permette di farlo sul posto in un angolo del tavolo (nonostante alcune richieste insistenti).

Le discussioni durante le pause e i pasti ci danno una buona idea dello stato di salute e della direzione della FM ∴ nel mondo, del posto modesto che occupiamo in esso e dell’immagine che gli altri hanno di noi, buona al di là di ogni aspettativa (quindi un grande ringraziamento va a chi ci ha preceduto).

Infine, prendiamo i contatti di fratelli che presto si trasferiranno in Svizzera, o di laici raccomandati da fratelli del CLIPSAS che sono in cerca di luce. Nel complesso, scambi molto fruttuosi e ricchi di significato.

Infine, abbiamo lasciato Istanbul con il cuore pieno di infinita gratitudine per un’accoglienza assolutamente incredibile, degna del meglio che la fraternità possa offrire. Attenzione a ogni dettaglio, in ogni momento, e un calore umano che non viene mai meno. Bravi e grazie ai nostri fratelli della Gran Loggia Liberale di Turchia.

Ci si potrebbe legittimamente chiedere: cosa si ottiene effettivamente andando al CLIPSAS? Ma alla fine sono altrettanto legittime altre domande: a cosa serve appartenere a un’obbedienza? E andare in una loggia, in fondo, a cosa serve? E la risposta a tutte queste domande è la stessa: perché quello che facciamo lì è tanto assolutamente inutile e privo di senso quanto fondamentalmente indispensabile. Come possiamo riunire ciò che è disperso se non lo riuniamo? Come possiamo pretendere di essere universali e imparare dagli altri se restiamo nel nostro angolo?

Altrove, molto vicino, molto lontano, anche altri stanno facendo quello che stiamo facendo noi, forse meglio di noi, chi lo sa?

La questione rimane aperta, ma alla fine non è questo che conta: ciò che è importante è che stiamo lavorando insieme nella stessa direzione, e insieme siamo più forti, e andremo più lontano.

L’anno prossimo il CLIPSAS si riunirà in Albania e noi ci saremo.