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L’Harmattan, il vento caldo del Sahel, ha accompagnato i passi dei partecipanti ai Rencontres Humanistes et Fraternelles d’Afrique et de Madagascar (REHFRAM) che quest’anno si sono svolti a Lomé, capitale del Togo, dal 9 al 10 febbraio 2024. In questo periodo dell’anno questo vento è particolarmente presente nella subregione, offrendo ai visitatori paesaggi leggermente velati dalla sabbia che rimane sospesa nell’atmosfera.

Il Togo è un Paese dell’Africa occidentale confinante con il Ghana, il Benin e il Burkina Faso, ed una costa sul Golfo di Guinea. È membro delle Nazioni Unite, dell’Unione africana, della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, dell’Organizzazione della Conferenza islamica e dal 2022, come il Gabon, è entrato a far parte del Commonwealth. Definito “Piccola Svizzera” negli anni ’80 per la prosperità di cui godeva all’epoca, questo Paese ha ancora un forte legame con il nostro. Le tradizioni sono state preservate e la diversità culturale resiste. La sera, nel centro di Lomé si respira un’atmosfera calma e tranquilla che può essere paragonata in qualche modo a quella delle nostre strade. Anche qui, come in molti Paesi africani, siamo sulla soglia di un forte sviluppo economico. I segnali ci sono e le costruzioni in corso lo dimostrano.

L’Assemblea Generale è stata presieduta dal Gran Maestro Mohamed Zorkot della Gran Loggia Tradizionale e Simbolica d’Africa. Quest’ultima ha poi passato il testimone per i due anni successivi a Maïmouna Keïta, Gran Maestra della Federazione dell’Africa occidentale di diritto umano. Questa edizione 2024 è stata preparata con la maggioranza delle denominazioni presenti nella subregione. Un grande successo di collaborazione, considerando le difficoltà materiali che un evento massonico di tale portata può necessariamente rappresentare. Si tratta infatti di accogliere rappresentanti di tutta l’Africa, ma anche di altri continenti. L’Europa vi è ampiamente rappresentata, in particolare con la presenza di numerosi rappresentanti e delegazioni di appartenenza.

Photo du Grand Maître du Grand Orient de Suisse à l'occasion de son discours pour les REHFRAM

Il Gran Maestro del GOS durante il suo discorso ai REHFRAM

Anche il Grande Oriente di Svizzera partecipa a questo evento, attraverso il suo Gran Maestro Christophe Ravel, per il secondo anno consecutivo. Sono stati tenuti due discorsi, uno all’Assemblea Generale del CPMAN e l’altro all’Assemblea Generale del REHFRAM. Il Grande Oriente di Svizzera ha espresso la sua fraternità e il suo desiderio di aprirsi alle obbedienze del Sud. “Il Grande Oriente di Svizzera non ha alcuna intenzione di creare una loggia nel continente, ma desidera semplicemente sviluppare relazioni sane, fraterne ed equilibrate”. Il Gran Maestro spiega il senso della sua presenza a questo evento: “Si tratta semplicemente di andare a conoscere altre persone e di favorire la riflessione all’interno della nostra obbedienza. Il Grande Oriente di Svizzera è sempre più dinamico e il lavoro svolto nelle nostre logge riflette anche le sfumature che il mondo ci offre”. È con questo stesso spirito che il Gran Maestro ha firmato lo scorso anno, in occasione della Gran Loggia 2023 a Zurigo, un Trattato di Amicizia con il Gran Maestro del Grande Oriente e delle Logge Associate del Congo (GOLAC). Anche quest’anno si sono svolti numerosi scambi e il lavoro intrapreso si concretizzerà senza dubbio in visite e nuovi Trattati di Amicizia in futuro.

Photo de la place de l'indépendance à Lomé

Foto della Piazza dell’Indipendenza a Lomé

Quest’anno i partecipanti alla REHFRAM sono stati invitati a lavorare sul seguente tema: “Come può la Massoneria sostenere l’emancipazione e lo sviluppo dell’Africa e del Madagascar?”

L’obiettivo è stato quello di determinare come la Massoneria, ricca dei suoi valori universali, possa sostenere il processo di emancipazione in corso dalle tutele che ancora prevalgono nonostante l’indipendenza degli anni Sessanta. Dopo una valutazione senza compromessi dello stato dell’Africa, sia per motivi endogeni che esogeni, i partecipanti hanno sottolineato l’importanza di far conoscere l’ideale massonico al grande pubblico, eliminando l’eccessiva segretezza che circonda il loro lavoro. “I valori di virtù e fraternità che caratterizzano il lavoro dei massoni devono, appoggiandosi ai valori e alle realtà endogene dell’Africa e del Madagascar, poter contribuire allo sviluppo e all’emancipazione del continente”. Il continente deve trovare la propria strada, il proprio modello di sviluppo. Sono state avanzate numerose proposte per dare espressione concreta a questo pensiero e per aiutare il continente a prosperare in un’ampia gamma di settori. I partecipanti hanno chiesto una maggiore cooperazione tra le obbedienze del Sud e relazioni equilibrate con le cosiddette obbedienze del Nord.

Vale la pena notare che in questa occasione viene nuovamente affrontato il tema della risoluzione dei conflitti. L’anno scorso questo tema è stato discusso in commissione e l’idea di creare una Carta massonica per la risoluzione dei conflitti è stata proposta dal Gran Maestro del Grande Oriente di Svizzera. L’idea non sembra essersi realizzata, ma tutti concordano sul fatto che la Massoneria deve cercare di fornire soluzioni anche in questo campo. In futuro, ci sarà sicuramente una concretizzazione delle volontà espresse.

A Lomé abbiamo trovato una Massoneria africana dinamica che vuole esistere da sola. La scelta del tema per il Rehfram di quest’anno non è stata casuale, poiché ha necessariamente riecheggiato l’attualità del continente. I tempi stanno cambiando e L’Harmattan sta dando nuova vita a nuove aspirazioni che riflettono i nostri ideali di Libertà, Uguaglianza e Fraternità.