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L’anti-sassoneria si riferisce tradizionalmente a una posizione politica di estrema destra nei confronti della Massoneria, anche se tutti i regimi comunisti, con la sola eccezione di Cuba, hanno vietato la Massoneria nei loro territori. Il fatto è che la Massoneria non è compatibile con i sistemi dittatoriali.

Anche la storia della Svizzera ha visto un episodio proveniente dall’estrema destra all’epoca dell’ascesa del fascismo negli anni Trenta. Si tratta del famoso “affare Fonjallaz”.

Va notato che, all’epoca, questo affare riguardò solo due Obbedienze, la Grande Loge Suisse Alpina e Droit Humain, anche se quest’ultima aveva solo tre Logge. Le altre Obbedienze nazionali comparvero solo molto dopo la seconda guerra mondiale: Grand Orient de Suisse, Grande Loge Féminine de Suisse e Grande Loge Mixte de Suisse.

Arthur Fonjallaz (1875-1944), fondatore e leader del movimento fascista svizzero

Nato a Prilly nel 1875, Arthur Fonjallaz, colonnello dell’esercito svizzero e membro del Partito dei contadini, degli artigiani e degli indipendenti, fondò a Roma nel 1933 la Federazione fascista svizzera e, un anno dopo, si distinse per la partecipazione al Congresso internazionale fascista di Montreux, che si proponeva come principale avversario del marxismo e del liberalismo democratico. Nella prospettiva fascista, il nemico si presentava sotto due forme: il giudaismo e la massoneria. Si trattava della famosa “cospirazione giudeo-massonica” che Fonjallaz di Vaud e Oltramare di Ginevra condannarono all’oblio.

Fonjallaz si proponeva di sradicare la Massoneria (insieme agli Odd Fellows e all’Unione Filantropica) dal territorio svizzero tentando di modificare la Costituzione elvetica attraverso un’iniziativa popolare.

Manifesto per il Sì all’iniziativa popolare

Ecco il testo dell’iniziativa di Fonjallaz:

“I sottoscritti cittadini svizzeri, aventi diritto di voto in materia federale, chiedono, conformemente all’articolo 121 della Costituzione federale, che l’articolo 56 della Costituzione federale sia parzialmente rivisto e che tale articolo sia sostituito da un nuovo articolo 56, che recita come segue:

I cittadini hanno il diritto di formare associazioni, a condizione che non vi sia nulla di illegale o pericoloso per lo Stato nello scopo di tali associazioni o nei mezzi da esse utilizzati. Le leggi cantonali stabiliscono le misure necessarie per reprimere gli abusi. Tuttavia, in Svizzera sono vietate le società massoniche, le logge massoniche e gli Odd Fellows, la società filantropica dell’Unione e le associazioni affiliate o simili. Sul territorio svizzero è vietata anche qualsiasi attività direttamente o indirettamente collegata ad associazioni straniere simili.

Manifesto per il No all’iniziativa popolare

Il Consiglio federale prepara un rapporto di analisi su questa iniziativa popolare per informare le votazioni. È interessante notare in questo rapporto la lucidità e la ragionevolezza della reazione del Consiglio federale in un momento poco favorevole alle sfumature e alle sottigliezze.

Rapporto del Consiglio federale all’Assemblea federale sulla richiesta di iniziativa popolare per vietare la massoneria e le società affini (integrazione dell’articolo 56 della Costituzione). (dal 4 settembre 1936.): https://www.fedlex.admin.ch/eli/fga/1936/2_517_517_365/fr

Nonostante una campagna stampa aggressiva, il 28 novembre 1937 l’iniziativa fallì con il 68%. Fu respinta da tutti i Cantoni, tranne Friburgo, ma ebbe un enorme impatto sulla Massoneria. La Grande Loge Suisse Alpina passò da circa 5.000 membri prima dell’iniziativa a meno di 3.000 nel 1945.

Dopo il suo fallimento, Fonjallaz creò immediatamente la LAMS (Ligue Anti-Maçonnique Suisse) per cercare di sradicare la Massoneria nonostante il rifiuto della sua iniziativa, ma il processo, la prigione e la morte inaspettata si rivelarono la sua rovina.

Nel 1941, Fonjallaz fu condannato a tre anni di reclusione e a cinque anni di privazione dei diritti civili, designato come agente stipendiario del Terzo Reich. La stessa sentenza fu applicata al fascista ginevrino Georges Oltramare. Oltramare morì a Ginevra nel 1960 all’età di 64 anni. Arthur Fonjallaz morì per insufficienza cardiaca a St Moritz nel 1944.

Da febbraio a settembre 2024, il Museo della Massoneria di Berna dedicherà una mostra temporanea a questo episodio della democrazia svizzera: Fonjallaz, la lotta per la libertà di associazione.

Sul sito freimaurermuseum.ch gli organizzatori affermano che “la Svizzera è l’unico Paese al mondo in cui la Massoneria è stata legittimata dal rifiuto di un’iniziativa popolare con una maggioranza di due terzi”. Consigliamo una visita a questo museo e in particolare a questa mostra. “Scoprite i retroscena della propaganda antimassonica durante la campagna dell’epoca, segnata dall’ascesa del fascismo, e le attività del Comitato di difesa. Questo comitato non solo si batteva per la sopravvivenza della Massoneria in Svizzera, ma anche per la conservazione dei valori democratici, come la libertà di associazione”.